“..Arriva dritta da Venezia dove nei giorni scorsi Camilla Seibezzi, delegata del sindaco Giorgio Orsoni per le pari opportunità, ha avanzato l’illuminata proposta di sostituire a mamma e papà i termini «genitore 1» e «genitore 2», per non fare torto alle coppie omosessuali, che diversamente avrebbero corso il rischio di sentirsi di serie «B». Inutile dire che l’idea è piaciuta tantissimo al ministro Cécile Kyenge che fieramente nei giorni scorsi ha affermato di essersi «sempre battuta per le pari opportunità» e si è detta pronta – anche in questo caso – a garantire appoggio all’iniziativa….”
Ma io dico…questi signori non si rendono conto che il termine “padre” e “madre” sono riferiti ad un bambino, e che, quindi….è al bambino….che si deve render conto! Non agli adulti!
Dei diritti delle coppie omosessuali, eterosessuali, bisessuali, quadrusessuali, quadrupedi, bipedi, ermafroditi…non ce ne può importare di meno. Le pari opportunità sono un diritto riferito ai generi maschile e femminile……..non alla popolazione di bambini.
E si fa bene a combattere per le pari opportunità tra generi…ma che c’entra????
I babbi e le mamme sono dei bambini. Ma questa gente parla perchè ha la bocca, o ha intriso dentro di sé un tale egoismo, una tale cecità verso il mondo dell’infanzia da fare veramente paura! Ma come si fa a discutere con queste persone ed a parlare di bambini, cioè dell’avvenire del mondo. Il BABBO e la MAMMA, esistono, sono importanti, sono fondamentali, sono la base della crescita della personalità, dell’uomo nuovo, dell’individuo autonomo, dell’intera futura popolazione.
Ma di che si parla? Con chi si parla?
Ma non conoscono la differenza tra utero e prostata? Tra estrogeni e androgeni, e tra tutto quello di MERAVIGLIOSAMENTE DIVERSO che ne deriva? …le pari opportunità…io veramente voglio invecchiare sull’Himalaya, quando avrò sistemato le figlie al meglio. Voglio andare lassù. E non parlare più con nessuno.
Come si parla con queste persone? Per forza portano via i figli di nascosto alle madri, li nascondono in istituti, vietano gli incontri, non ascoltano i padri.
Per forza.
Se la negazione inizia dal nome….ma con chi parliamo noi e di cosa?
Mamme e babbi veri, per favore, riprendiamoci i nostri figli! Basta dialogare! Non abbiamo niente da spartire con chi getta la PROPRIA confusione mentale, su creature in formazione che altro non chiedono che normalità, sicurezza, chiarezza, sincerità.
I bambini hanno un BABBO ed una MAMMA.
PUNTO!!! Diversi e complementari, drammaticamente importanti proprio nella loro diversità!
Noi non ne abbiamo paura. La diversità ci fa più belli, non ci spaventa. Chi naufraga nella confusione mentale vada dallo psicologo e si faccia spiegare qualcosa del legame madre/bambino, sulla funzione della paternità, sull’attaccamento.
Poi si studino un po’ di sociologia, di antropologia e magari di etologia, che fa sempre comodo. E che non si permettano di riempirsi la bocca coi diritti del bambino, con la tutela dell’infanzia.
Più chiaro non lo potevano scrivere: persino le parole più sacre per un bambino….devono essere prostituite ai diritti degli adulti, alle loro diverse scelte sessuali, alle loro “pari opportunità“.
Io sono una “madre” e me ne vanto; le mie figlie hanno un “padre” che se ne vanta, ed ho avuto “un padre ed una madre” e ne sono fiera!