Il 25 febbraio di otto anni fa Federico Barakat veniva brutalmente ucciso dal padre presso gli uffici della Asl di San Donato Milanese nel corso di un incontro “protetto”. Da momento in cui si è vista strappare il suo affetto più grande, Antonella Penati non ha mai smesso di lottare perché lo Stato si assumesse la piena responsabilità di quella serie di decisioni sbagliate che hanno fatto sì che chi avrebbe dovuto proteggere il suo Federico, quel giorno, lo ha invece abbandonato, da solo, con il suo assassino. La sua battaglia, che l’ha condotta fino alla Corte europea dei diritti dell’uomo – la quale ha dichiarato il suo caso procedibile – è una battaglia di fondamentale importanza per tutti i bambini italiani coinvolti in separazioni causate da abusi e violenza domestica.
Di questo si discuterà il 24 febbraio al Palazzo della Regione Lombardia, in un evento fortemente voluto dall’associazione Federico nel cuore, dal titolo
QUANDO IL FIGLICIDIO E’ FEMMINICIDIO : VIOLENZA DI GENERE E VIOLENZA ASSISTITA: STRUMENTI GIURIDICI E MEDICO-LEGALI PER LA TUTELA DELLE VITTIME.
Un convegno che si pone l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti di due fenomeni strettamente collegati fra loro: la violenza sulle donne e quella contro i bambini.
I titolo della mai relazione sarà appunto ” I BAMBINI MERITANO DI PIU”
Si parlerà anche dell’importanza e del ruolo dei pediatri e dei medici di famiglia che devono essere ascoltati dai giudici prima di emettere sentenze che possono incidere in modo irreparabile sulla crescita del bambino.
Se il bambino rifiuta di vedere un genitore e manifesta paura , questa paura va ascoltata.
Se in ambito penale si riconosce come vittima di maltrattamenti la madre, la giustizia che si occupa delle cause famigliari (separazioni, diritto di visita), tende ad affidarsi pericolosamente alla massima: “il fatto che sia un cattivo marito non significa che sia un cattivo padre”, senza tenere conto che più del 40% dei bambini esposti a violenze coniugali sono essi stessi vittime di violenze fisiche o psicologiche commesse dallo stesso autore e anche quando non sono oggetto di maltrattamenti, costretti ad assistere alla violenza perpetrata su una persona fondamentale come la madre, subiscono un trauma che farà patire loro conseguenze analoghe a quelle di un bambino che abbia subito direttamente la violenza. Dopo la separazione, l’esercizio della responsabilità genitoriale è spesso lo strumento per mezzo del quale un uomo maltrattante può continuare a controllare e perseguitare le sue vittime, che sono tutti i membri della famiglia. E’ estremamente importante che il caso di Antonella Penati venga discusso di fronte alla Corte europea dei diritti dell’uomo, non solo perché la morte di Federico Barakat poteva essere evitata se i servizi sociali avessero riconosciuto la pericolosità della situazione in cui versava , ma anche perché è urgente che si prenda coscienza che c’è un problema di percezione della violenza domestica e delle dinamiche che la sottendono che mette a rischio il benessere e l’incolumità delle vittime.