Pubblico il documento che abbiamo elaborato nel tentativo di fare chiarezza su una materia complessa nella quale tanta confusione è stata fatta, tentando di riportare il ragionamento su un piano obiettivo che parta da dati scientifici e dalle posizioni delle Società Scientifiche. Il fine di tale documento è contribuire alla difesa dell’infanzia e della famiglia come naturale luogo di crescita e sviluppo del bambino e dare voce ad una sostanziosa quota parte di persone e associazioni che la pensano in modo diverso da quello che, almeno, appare il prevalente modo di pensare ed agire in questa materia e, soprattutto, di decidere il destino dei nostri bambini. Molte persone sono rimaste stupefatte, amareggiate ed impaurite, nell’apprendere e vedere storie e fatti altrimenti neanche immaginabili: il bambino di cittadella, i bambini di battipaglia, un profilerare di case famiglia, peraltro costosissime, il forteto, fiumi di affidamenti ai servizi sociali, bambini strappati alle madri sulla base di CTU che poggiano sul niente, senza alcun riferimento scientifico, impregnate di pregiudizi e considerazioni personali, a firma di “esperti” autoreferenziati, la PAS, la PAD, la PA, sentenze nei diversi gradi che si annullano l’un l’altra mentre i bambini ne hanno già subito i provvedimenti. Stiamo assistendo all’annullamento della maternità, quasi che lo Stato si potesse sostituire alla relazione madre/bambino ed anche madre/padre/bambino. Quasi che la famiglia, da sempre culla naturale dell’armonico sviluppo dell’uomo, pur con tutti i suoi problemi, incertezze e contrasti, non avesse più significato e scopo e non fosse più, per lo Stato, come la Costituzione sancisce, nucleo sociale da difendere e salvaguardare. Tutto questo in nome di un “interesse prevalente del minore” nebuloso e per niente chiaro. Questo e tanto altro ancora, ci spinge a far sentire la nostra voce.