Lettera aperta al Sindaco di Firenze, Matteo Renzi

Gentile Signor  Sindaco,

l’anno scorso, proprio oggi, subivo un gravissimo furto domiciliare. In poco più di un’ora mi è stata svaligiata la casa senza buttare all’aria niente, andando precisi negli unici tre posti nei quali, da sempre, tenevo gli oggetti di valore, ed andandosene senza neanche, quasi, lasciare traccia. Certamente ci tenevano d’occhio chissà da quanto e chissà da quanto tempo pianificavano questa azione, hanno atteso che si uscisse per agire indisturbati. Non ci siamo mai riprese!

Le mie figlie sono spaventate, impaurite, traumatizzate. Le grandi non vogliono più dormire in casa sole. La piccolina, 11 anni, non riesce neanche a stare in casa con le sorelle di giorno, di pomeriggio e la notte è tutt’ora una guerra. Dobbiamo essere tutte in casa e chiudere bene tutte le porte. Lei stessa passa in rassegna tutto, la porta d’ingresso, quella di cantina, le portefinestre. Chiude e sbarra. A volte viene in camera mia e pretende di chiudere la camera a chiave dal di dentro. L’altra sera ho dovuto litigare per farla venire a casa dalla campagna dove era con la nonna. Siamo arrivati ai pianti. L’ho dovuta costringere ed è subito riscappata approfittando di uno zio che andava al mare: “io non ci sto in casa il 17, mamma!”. E non ci è stata! La bambina è traumatizzata. Quell’evento maledetto non è affatto superato e non si supera. La sfiducia, la paura, l’incertezza che ci ha messo addosso è tutta lì. Immodificata! Io sono medico e, come tutti i medici lavoravo di notte, domenica, per le feste. Ho dovuto chiedere un cambiamento di destinazione, che, per fortuna, mi hanno accordato. Non c’è ancora verso di lasciare sole in casa le mie figlie, neanche di pomeriggio. Io sogno spesso il mio oro. Sogno di ritrovarlo e la cosa buffa è che nel sonno mi tornano a mente oggetti che non ricordavo: il ciondolino a cuore di Sofia, la catenina fine di Sara. Non si supera! Non si supera di aver perso 50 anni di vita, con tutti i suoi ricordi, né si supera il trauma di maledetti che si sono introdotti di soppiatto in casa tua, che l’hanno frugata, spolpata. L’anno scorso denunciai il furto. Nessuno si è fatto vivo. A tutt’oggi non so se ci sono state indagini, se hanno portato a qualcosa, se è stato tutto archiviato. Se questo fatto non è interessato a nessuno. L’anno scorso Le mandai la lettera che Le allego, nella quale rilevavo la necessità di insegnare alla popolazione a difendersi, a mettere in atto quelle norme di prevenzione che, quella notte, la polizia mi fece presente e che io non conoscevo. Anche banalissime: non tenere le chiavi nel cassetto dell’ingresso, la chiave all’interno della porta chiusa…. Attenzioni che, se avessi conosciuto, avrei messo in atto. Non ho saputo niente. Mi domando se, ad oggi, è stato fatto qualcosa, se c’è un qualche programma di educazione cui i cittadini potrebbero rivolgersi per imparare a difendersi, per difendere i propri figli. Capisco che ci siano enormi ed impellenti problemi, capisco che si possa posporre questo rispetto ad altri, ma non comprendo come si possa quasi ignorarlo, lasciando soli i cittadini ad affrontare un problema di ordine pubblico di straordinario impatto sociale, potenzialmente pericoloso per la vita. Difendere la famiglia è importante, è la priorità. Su tutto. Avere famiglie tranquille, serene, ordinate, forti, protette,  è la priorità! Difendere i nostri figli e saperli sicuri nei loro letti è la priorità! A me hanno portato via tutto né ci sarà mai altro da portar via visto che non voglio più nulla. Non sono stata più capace di indossare neanche bigiotteria, per il male che mi fa ricordare. Non porto più anelli, orecchini, neanche l’orologio. L’argento che avevo l’ho dato via. Alle pareti già prima, ma ora in particolare ho le foto ed i disegni delle mie figlie. Ma ho un bene prezioso che non voglio lasciare in pericolo: le mie tre figlie, la loro incolumità e la loro salute mentale! Voglio sapere se, quando dico loro “la mamma non vi terrebbe mai in una casa dove siete in pericolo, state tranquille”, sto dicendo il vero o una bugia. Voglio sapere su chi posso contare per difenderle. È davvero una priorità l’incolumità dei cittadini? Chi ci aiuta a tutelarla? E come? Credo che molto si possa fare con l’educazione della popolazione, innalzando il livello di guardia ed informando. Non lasciamo tutto lì, in una sorta di “a chi tocca tocca”, “pazienza”, in uno stupido “se, ma e fossi”. Troviamo la forza di scandalizzarci e di non tollerare. E mettere in atto la difesa, altrimenti prevarranno disagio sociale, voglia di vendetta, paura, sfiducia, voglia di difendersi da soli. E non va bene. La nostra era una bella città, dove si viveva bene. Non facciamoci portare via la serenità, il piacere della casa e della famiglia, la solidarietà sociale. Non lasciamo le persone colpite così duramente da sole, a cercare di ricostruire sé stesse. Difendiamo i nostri figli. Tutti insieme!

Con ossequi,

 Firenze, 17 agosto 2013                                                             Maria Serenella Pignotti