Rapimenti di stato

La denuncia del Dr Morcavallo è forte, lineare, potente e drammatica.

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E’ essenziale una risposta dei politici al riguardo e obbligatoria.

Ci sono tre aspetti di importanza colossale:

a) il benessere dei bambini – i bambini devono crescere in famiglia, nella loro famiglia, preferibilmente quella biologica, altrimenti quella dove sono cresciuti, dove hanno già creato quei rapporti fondamentali che caratterizzano l’attaccamento. Se ci sono problemi vanno risolti anche con investimenti economici  perché crescere un bambino in maniera armonica significa non solo fare del bene alla sua vita, ma anche avere domani un buon cittadino, che produce e costruisce, e fa a sua volta del bene. E’ importante anche fare presente che, non è affatto vero come si è sentito dire, purtroppo, da magistrati che “se il bambino è accolto da qualcuno che gli vuol bene…il trauma del distacco non esiste più” o che “la capacità di adattamento di un bambino in tenera età rende il trauma elaborabile“…questo sono credenze popolari, dicerie, ad uso e consumo degli adulti per mettere in pace la loro coscienza, ormai totalmente distrutte dalla scienza vera: essere drammaticamente e violentemente distaccati dal genitore con cui il bambino ha costruito la relazione primaria comporta un trauma tale da pregiudicare tutta la sua vita futura, in senso organico e psico-affettivo. Il bambino non supererà MAI tale trauma. I lavori scientifici ci sono e vanno saputi leggere! Gli esperti devono servire a questo: aggiornare i magistrati e gli altri operatori con i dati scientifici non alimentare i pregiudizi.

b) il destino di tutta la famiglia. Padre e madre non sono carne da macello e non hanno tutte le colpe. La vita a volte riserva periodi bui e difficili alle migliori persone e l’incertezza, l’incapacità a superare, la difficoltà ad uscire da un tunnel non possono essere pagate con la sottrazione dei figli. Non si può pagare una tale pena. Queste persone vanno aiutate, con beneficio di tutta la società. Economicamente, tecnicamente e organizzativamente, per l’appunto proprio dai servizi sociale, che devono servire a “servire“, aiutare, assistere…non ad espletare un servizio di vigilanza armata. Anche loro, semplicemente uomini e donne, pieni di tutti i difetti, le incertezze, i pregiudizi di tutta la gente comune, me compresa. Se davvero è essenziale “giudicare la capacità genitoriale” di due persone, il minimo è che gli “esaminatori” siano stati esaminati per la medesima “capacità”. Ed invece questo non accade, come non accade per l’accesso all’attività di educatore, o assistente nelle case famiglia. Chi ha esaminato la capacità “genitoriale” di tutti questi operatori, che però vanno a sostituirsi ai genitori? Nessuno! Però si lascia loro esprimersi su tali capacità di altri. E’ come se i concorsi per medici li tenessero gli avvocati o viceversa. Quali e quanti problemi personali tali operatori rigettano sui poveretti che devono “esaminare”? Tra l’altro, a mia conoscenza, non esiste 1 metodo, 1 test, 1 tipo di esame atto a valutare la “capacità genitoriale”. E questo è ovvio, perché genitori non si nasce, ma si diventa insieme ai figli, giorno dopo giorno, anche attraverso momenti bui nei quali non si hanno le risorse per dare veramente ai figli. E questo è vero per tutti! Mme compresa! Poi si cresce, ci si adatta, ci si scopre e si va avanti, tutti insieme. I figli fanno crescere i genitori, mentre i genitori crescono i figli. In un cammino fatto anche di errori. Se alcuni errori sono troppo grandi, allora occorre un sostegno esterno! Questo si deve fare! Con compassione non con crudeltà e autorità! Non si può uccidere genitori e figli in separazioni forzate, con danni incalcolabili, degne dei regimi totalitari non di un paese civile.

c) L’aspetto economico/organizzativo. La legge sull’adozione/affidamento (del 2002???) parla chiaro: gli istituti vanno aboliti e le case famiglia altro non sono che istituti. Il bambino ha bisogno della propria famiglia, stabilmente. Non si può sbattere in qua ed in là un bambino nei più teneri anni di vita, lasciandolo con la percezione della totale mancanza di stabilità. Non si possono tenere i bambini a candire mesi ed anni, in situazioni precarie, negli istituti, nelle case famiglia. Il danno fatto è irreparabile. L’aspetto economico poi, in questa situazione di gravissima crisi, è per la società un danno incommensurabile. Il danno e la beffa, questo i cittadini italiani stanno vivendo: un fiume di soldi per creare futuri cittadini danneggiati che non saranno buoni cittadini. Ci sono molte persone per bene che lavorano in queste comunità ma sbagliano nel ritenere il bene del bambino la permanenza in istituto. Il loro impegno ed il loro lavoro va dirottato all’interno della famiglia, al suo recupero ed al suo sostegno. Dobbiamo parlare chiaro. E’ evidente già dal dettato della nostra Costituzione che il bambino deve crescere in famiglia. Se agli educatori non è stato insegnato questo non possono educare. Se hanno perso di vista il concetto di cosa sia una madre, un padre, un fratello non sono preparati in puericultura. Non c’è sostituzione alla famiglia, al babbo, alla mamma, alla quotidiana vita tra fratelli. Stiamo parlando delle fondamenta più profonde della nostra umanità. C’è qualcosa di sacro nella famiglia, ed il nostro impegno deve essere al suo sostegno ed alla sua tutela, non ad una sua fantomatica quanto disastrosa sostituzione, a vantaggio solo dei portafogli di qualche delinquente che “ruba” i bambini alla loro vita.