dal 28 aprile, quando ho pubblicato il primo articolo contro l’infelice presa di posizione di doppia difesa io, ma soprattutto Antonella Penati, siamo bersagliate da messaggi e prese di posizione veramente violenti. Mi piace chiarire, a proposito di Antonella presa di punta in un forum di avvocati, quanto segue….
Gentili Avvocati,
leggo con profondo rammarico la lunghissima serie di botta e risposta tra alcuni di Voi e la Signora Penati, partita da un Suo intervento su un tema delicatissimo, la PAS, ma poi scivolata su un piano personale, a mio parere, inaccettabile. Non posso non disapprovare e condannare un atteggiamento così chiuso e di violento attacco ad una donna cui hanno assassinato un figlio ed a cui il nostro sistema di Giustizia non è riuscito (ancora) a rispondere, se non con posizioni veramente non condivisibili, almeno ai più.
Conoscendo benissimo la Signora, della quale non si può non diventare amici viste la profonda sensibilità e onestà intellettuale, l’altrettanto profonda moralità ed il grande spessore culturale, oltre che l’assoluta e (fuori dalla mia comprensione) mancanza di rancore e di desiderio di vendetta, voglio chiarire che sono state dette cose sulle sue vicende di vita assolutamente non vere sulle quali probabilmente interverranno i Suoi Avvocati, oltre ad usare toni quasi canzonatori con tratti, a mio parere, offensivi e denigratori in modo veramente gratuito (il rango di interlocutore attendibile; ….la presunzione di fare conferenze; ….la buona fede; ….non si illuda…mai ritenuta in grado; … non aggravare la sua posizione, ..ho con l’acca etc..) .
Anche se la Signora fosse stata inopportuna, e non lo è stata, sarebbe da giustificare in virtù della sua vicenda di vita, dell’incredibile dramma di cui è stata vittima per l’appunto per l’inefficienza di un sistema che la stessa Cassazione ha definito “un fallimento”. Ma siccome non lo è stata, reputo veramente inaccettabile un tale attacco nei Suoi riguardi solo per aver scritto 5 righe dettate dalla preoccupazione che altri bambini possano patire quanto ha patito il Suo, a fronte dell’ immenso dolore della madre e nel rispetto della memoria di una creatura che la nostra generazione di adulti non è stata in grado di difendere.
Ricordo che non solo la Signora ma anche la Procura ha portato avanti i procedimenti con Magistrati ben convinti che ci fossero motivi validi di ricorso. Sorvolo poi sulle gravissime accuse (tanto care alla PAS) di “false accuse di violenze” o di “volere i soldi”.
Oltre a ciò visto che vengono sostenute cose non vere, e che sono di specifica competenza medica, mi permetto di confermare che:
- La PAS NON è stata inserita nel DSM V. Chi lo dice o non è preparato o sta dando informazioni errate ad una intera classe di Avvocati e Magistrati. Né la PAS sarà mai più inserita perché dopo 25 anni dalla sua “scoperta” NESSUNO, neanche i successivi sostenitori , è mai riuscito a portare a fondo uno studio serio che la sostenesse.
- Il figlicidio è classificato in vari sottotipi. Nel 75% dei casi commessi dal padre NON è affatto legato a psicopatologia ma a violenza. Si tratta di una punizione contro la ex-partner, rappresenta quindi una componente del feminicidio, o comunque della violenza domestica.
- Il Prof Gullotta è tra i citati nell’enorme Dossier che è stato presentato alla Commissione per la revisione del DSM e che è stato bocciato. Non solo, ma nella pubblica recensione del libro pubblicato che deriva dal Dossier, si invitano i lettori “a non buttare via inutilmente soldi” per comprarlo.
Credo che sia il caso, come dice la Signora Penati che gli Avvocati approfondiscano molto bene questo argomento e non sentendo sempre e solo le medesime campane.
Quello che è accertato, oramai è solo che dietro alla PAS, esiste un enorme giro di soldi.
Concordo con quanto sostenuto da un avvocato che “il problema non è se la PAS sia o meno una patologia ma se esista o meno una simile condotta. I Tribunali, prima che la patologia, valutano le condotte”!
Infatti! Avvocati e Magistrati si devono basare su fatti e comportamenti ed agire in base a prove. In tutte queste vicende, compreso quella della Signora Penati, i fatti non suffragano la “PAS” cioè una psicopatologia che porta un figlio ad un rifiuto immotivato di un genitore. Per questo si è tentato di farne una patologia. Perché su un quadro nosografico non si discute. Se dico che vostro figlio ha il morbillo, ha il morbillo! Il fatto è che, alla lunga, (dopo 25 anni) le tecniche diagnostiche andavano messe a punto e non c’è riuscito nessuno, perché è la PAS che non c’è!
Invece il dosaggio degli Anticorpi antimorbillo si!!
Ricordo all’Avvocato che, purtroppo, i fatti nelle “diagnosi” di PAS non esistono. Queste diagnosi derivano da interpretazioni non oggettivate dello psicologo o del medico di turno e quindi non sulla scienza.
Quindi nè prove né scienza!
Solo le argomentazioni neanche supportate da referenze scientifiche del consulente di turno.
La Signora Penati “non sarà preparata” ma vi ha gentilmente messo a disposizione un lungo elenco di riferimenti bibliografici più che attendibili cui riferirVi se veramente avete intenzione di andare a fondo al problema, molto più interessante che non andare a fondo sui vari post e che evidentemente qualcuno, sebbene laureato, non comprende.
Gentilissimi, riferirsi ad una donna alla quale è stato trucidato un figlio con un “dato statistico che per quanto doloroso è irrilevante” è veramente crudele. Capisco bene cosa vuol dire l’Avvocato, ma capacità empatica, esperienza professionale, maturità di vita avrebbero dovuto suggerire espressioni diverse.
Gentile Avvocato, quel “dato statistico irrilevante” per la signora Penati equivale al 100%.
L’esperienza di 30 anni di pediatria mi permette di affermare che non ci si può rivolgere in questo modo ad una persona duramente colpita e questa esperienza, con certezza, appartiene anche al vissuto professionale degli Avvocati, professione tra le più antiche e nobili del mondo.
Federico non è un “dato statistico irrilevante” ma è il dato di certezza della nostra incapacità di proteggere i bambini, lui solo o, come in realtà è, molti di più!
E’ il dato di certezza del sistema fallimentare che abbiamo messo su!
E per quanto riguarda le basi della Signora che ha la “presunzione” di fare conferenze, purtroppo, Gentili Avvocati, Ella ha la base più gravosa e più pesante di tutti: è la vittima, insieme al suo bambino ed anche al padre di suo figlio, che aveva diritto ad essere curato e ad avere un figlio protetto anche da sé stesso, proprio dell’ideologia della PAS che sentiamo ancora sbandierare ai quattro venti.
La Signora, gentili Avvocati, non ha la polmonite, come Voi suggerite, ma anche se l’avesse dovrebbe proprio pretendere non di “dettare”, come sostiene l’Avvocato entrando in merito alla mia professione, ma di discutere i protocolli sanitari coi medici, come tutti gli altri pazienti. Come del resto la disciplina del consenso e dell’informazione sostiene e promulga. Ogni malato ha le ‘basi’ più forti per discutere coi medici di una malattia che lo fa soffrire. Per questo motivo, proprio noi medici lavoriamo tutti i santi giorni accanto, per e con i pazienti dai quali otteniamo suggerimenti, revisioni, verifiche, rettifiche.
Si pensi al ruolo enorme che hanno le Associazioni dei pazienti nei vari tipi di malattie o condizioni e di come essi partecipino anche, e di diritto, persino alla redazione delle Linee Guida!
Non credo che l’Avvocato in questione parli a nome di tutti i colleghi, ma se così fosse, e sono sicura che non è, allora suggerirei proprio di cominciare a lavorare con i propri assistiti, a pretendere una verifica del lavoro svolto, a valutare retrospettivamente la soddisfazione, i successi, gli insuccessi , i vissuti di chi è “oggetto” del nostro lavoro, i Federico morti, le Antonelle distrutte, i Mohamed (jasser?) malati trattati come sani, e quindi violentati, proprio nei Tribunali a fronte di diagnosi idiote, prive di fondamento scientifico, mai accettate dalla medicina ufficiale, unendo, in questa prospettiva, tutti i professionisti che tutelano la salute.
Salute, per definizione “stato di benessere, fisico, psichico e sociale” la cui tutela quindi, associa Medici ed Avvocati.