Perché sono contro la step-child adoption: la prostituzione dell’utero in affitto

Col termine Step-child adoption si intende un istituto nato nei paesi anglosassoni che permette di adottare il figlio biologico o adottivo del partner. Viene principalmente utilizzata per sistemare giuridicamente bambini nati da tecniche di fecondazione assistita o da maternità surrogata, molti dei quali figli di omosessuali.

L’Italia, come altri paesi europei (Germania, Finlandia) non permette l’adozione di bambini da parte di coppie omosessuali ma recentemente il Tribunale di Roma ha dato parere favorevole a quella di una bambina, figlia naturale di una donna omosessuale, da parte della sua compagna e questo per, si dice, garantire i diritti di questa bambina. Ha quindi permesso proprio la step-child adoption.

Oggi la ‘adozione del figliastro’ è proposta anche nel nostro paese in una legge che probabilmente verrà approvata. Viene suggerita come legge a tutela del bambino, per garantirlo soprattutto da un punto di vista economico ma anche affettivo. I sostenitori ci rappresentano quadri ipotetici in cui il figlio di una coppia rimane orfano di madre o di padre, dopo di che il genitore vivo si innamorerebbe di una persona dello stesso sesso cambiando evidentemente anche tipo di relazione sessuale e poi, nell’ipotesi che questo legame diventi così importante e definitivo, chieda l’adozione del bambino da parte della nuova compagna/o.

Perché chiederne l’adozione? La risposta è tutelarlo da un punto di vista economico, cioè in caso di morte di questo nuovo compagno/a, avrebbe così diritto all’eredità, e/o da un punto di vista affettivo, nel caso di morte della madre o padre biologico, perché rimarrebbe con il compagno/a col quale, eventualmente, avrebbe sviluppato un importante legame affettivo.

Questa l’ipotesi e fin qui, appunto ipoteticamente, tutto giusto.

Ma andando a fondo al ragionamento c’è da obiettare:

  1. Ma quanti bambini orfani credete che ci siano in Italia? Fortunatamente pochi e, speriamo, sempre di meno, visto che siamo il paese più longevo del mondo, dopo il Giappone, con una aspettativa di vita di 84 anni.
  2. Quanti bambini orfani poi hanno il genitore sopravvissuto che ne vuole l’adozione da parte del nuovo partner, scelta bella ma anche discutibile, perché forse quel bambino vuole rimanere figlio anche di quel padre o madre, deceduto.
  3. E quanti bambini orfani con un genitore che si risposa o riunisce ad un nuovo partner sono figli di un genitore che ha pure cambiato preferenze sessuali e da eterosessuale è diventato omosessuale?

Io sinceramente, non ne conosco uno, e non solo nella mia vita privata ma anche in tutte le famiglie che da più di 20 anni frequento e conosco per motivi di lavoro.

Ed allora, se i numeri sono questi, pochissimi forse nessuno o molto pochi, ci deve essere sotto altro.

L’altro sta in quello che temo e che vedo come un altro ennesimo gravissimo atto di violenza contro donne e bambini.

Mi sono già espressa contro l’adozione da parte di omosessuali.

Ancora su adozione ed omosessualità

So benissimo che ora starò antipatica a molti, ai più, e che verrò additata come una strega del medioevo con la mente chiusa ed oppressa. Pazienza. Non importa. Se sto dalla parte dei bambini sto dalla parte dei bambini!

Non si può sbandierare ai 4 venti, e solo quando fa comodo che i bambini hanno diritto ad avere una mamma ed un babbo e poi, quando non fa comodo, diventare sostenitori della monogenitorialità, perché questo è quello che si sta facendo!

Due omosessuali maschi sono due uomini che hanno scelto quel tipo di relazione ma rimangono due uomini, esattamente come due donne omosessuali, che sono, essenzialmente due donne.

Per l’appunto la natura ha scelto per il bambino un padre ed una madre, evidentemente perché ci vogliono e ci vogliono almeno nell’immaginario tanto è vero che gli orfani hanno comunque una importantissima relazione nella loro mente e nel loro cuore col padre o la madre deceduti.

Quindi, io sono contro l’adozione da parte di coppie omosessuali. E  quando mi sento rispondere che ‘sono  persone come tutti gli altri’ penso che la persona che mi sta rispondendo sia il vero omofobo. Perché a me non viene neanche di metterlo in dubbio. Questa risposta è la vera offesa e palesa il pregiudizio contro le persone omosessuali.

Non è che gli omosessuali non siano persone, o non possano crescere i bambini, è che la loro scelta di vita non prevede il mettere al mondo figli e, il giusto riconoscimento dei diritti di questi adulti omosessuali, non può prevaricare il, più importante diritto del bambino ad avere un padre ed una madre. Almeno nell’immaginario.

I diritti di ogni persona sono limitati dalla libertà e dai diritti degli altri. Questa è la comunità. E questo vale ancor di più per i diritti dei bambini.

Quindi, per me, No all’adozione di bambini da parte di omosessuali. E dico lo stesso per altre situazioni, ad esempio legate all’età degli adottanti. I bambini hanno anche diritto a genitori giovani, in quella fascia di età nella quale è fisiologico avere figli e ci si fa, sia fisicamente che mentalmente, a crescerli, stargli dietro, correre. Se questo lede il diritto di una donna in menopausa e relativo marito ad avere figli, pazienza, è più importante il diritto del bambino.

Quindi per favore che, chi griderà allo scandalo leggendomi, non risponda che ‘anche gli omosessuali sono persone’, cosa che non fa onore alla sua intelligenza né alla sua sensibilità. Mi si risponda qualcosa di più intelligente. Non è questione delle qualità umane dell’omosessuale, è che, per adottare un bambino, sono preferibili, per lui/lei, altre caratteristiche nella coppia adottante.

E, già che ci siamo, non mi si dica che ‘Negli USA è legalizzata’. che c’entra in America c’è anche la pena di morte e noi non la vogliamo.

Tornando alla step-child adoption, esiste l’importante problema ed il vero pericolo che questa sia la via per l’utero in affitto, pratica vergognosa, medioevale e tremenda di ‘commissionare un figlio’ ad una donna, generalmente povera e che ne riceverà dei soldi, per poi portarglielo via appena nato. Con un contratto vero e proprio, stabilito e firmato prima. Una vera e propria compravendita ufficializzata di neonati. Proprio quella che abbiamo tanto combattuto e la cui ipotesi fece si che, 20 anni fa circa, una bambina Serena Crutz, fosse portata via ad una famiglia che la amava e che lei amava perchè il padre si era detto padre naturale della bambina avuta da una ragazza orientale. Il padre finì in galera e la bambina fini in altre adozioni, per poi tornarsene a 18 anni proprio da quella famiglia che l’aveva cresciuta in tenera età.

L’utero in affitto è la punta di diamante dello sfruttamento del corpo delle donne, capitolo ben più grave della prostituzione, che prepara ad una sofferenza proiettata su tutta la vita con la perdita di molto più di una parte di sé, con la perdita del proprio figlio, carne, anima, sangue, spedito da qualche altra parte del mondo a vivere con chi, come e quando non si saprà mai. Con la perdita di una parte del proprio cuore, della propria mente, della propria persona. In una parola, una sofferenza infinita.

E non solo per quella madre, ma anche per quel figlio che prima o poi saprà di essere stato commissionato, venduto, portato via. Che dovrebbe essere tutelato, da fior di convenzioni internazionali, alla tutela delle proprie radici, a conoscere da dove viene, da chi è nato, da quale cultura deriva. Leggi in contraddizioni con altre leggi. In una confusione infinita.

La pratica dell’utero in affitto è utilizzata molto da coppie di omosessuali maschi per avere figli, esempio famoso è Elton John, ed anche da coppie eterosessuali che per motivi di salute non riescono ad averli naturalmente. Tutto questo ci viene propagandato come ‘nell’interesse del bambino’.

Ci sono limiti anche all’ipocrisia! Tutto questo è solo nell’interesse di adulti egoisti che come si comprano la macchina, un brillante, l’appartamento, si comprano anche un figlio. Quali e quanti danni stanno facendo proprio a quel bambino ed a quella povera donna, di cui ben presto si dimenticheranno, ma che da qualche parte del mondo continuerà a pensare a suo figlio, non viene neanche preso in considerazione.

Ecco perché sono contro la step-child adoption!

Perché questa servirà a tutelare veramente pochissimi bambini come sopra descritti, forse neanche uno, ma aprirà invece e totalmente le porte alla fabbrica e compra-vendita dei bambini che verranno commissionati da donne omosessuali all’estero attraverso la fecondazione assistita per poi, guarda caso essere adottati in Italia dalla compagna, e, ancora peggio, da omosessuali maschi attraverso la pratica dell’utero in affitto, alimentando vergognosamente lo sfruttamento delle donne non più solo sessuale ma anche riproduttivo, per poi essere adottati in Italia dal compagno. Bambini commissionati per essere o senza padre o senza madre.

Tanto è vero che questo articolo dell’ansa chiaramente lo dice, questa volta senza ipocrisia.

‘L’adozione nasce dalla necessità, molto avvertita dalle coppie omosessuali – in Italia secondo le associazioni sono centinaia se non migliaia – di tutelare i figli in mancanza di una legge che riconosca le coppie formate da persone dello stesso sesso. Questi bambini, infatti, spesso nati all’estero grazie alla procreazione assistita eterologa, in Italia risultano figli solo del genitore naturale e in caso di problemi o di decesso del genitore biologico, l’altro non ha alcun diritto nè dovere nei suoi confronti.’

http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2014/08/29/cosa-e-la-stepchild-adoption_1646d6da-674d-40d0-a49f-8e7ba4e46f60.html

Non ci facciamo prendere in giro. A questo serve la Step-child adoption. Basta ipocrisia.

E questa legge è fortemente voluta per la pressione di potenti associazioni di omosessuali, non da necessità alcuna di tutelare i bambini.

Mentre sono certamente vicina a queste associazioni nella difesa dei loro diritti di adulti offesi dal pregiudizio e dalla meschinità, sono assolutamente contro di loro quando mostrano di affogare nel loro egoismo offendendo i diritti dei bambini che, anche loro, come tutti gli adulti, omosessuali o no, dovrebbero rispettare, facendosi da parte e semplicemente accettando ciò che la loro scelta di vita gli impone.

E per quanto riguarda l’ipotesi della tutela affettiva, non c’è nessun bisogno di adozione per mostrare amore e rispetto, né l’affetto si impone o si ottiene per legge o per decreto del Giudice. Io ho una figlia in affido da quando aveva 14 mesi. La relazione tra noi è forte e chiara e nessuno la può mettere in dubbio, ed è già stata, già costruita, già strutturata. Non ha bisogno di bolli e controbolli, e nessuno la può infrangere anche se ci allontanassimo. Per quanto riguarda un’ipotesi di adozione alla morte del genitore biologico, il partner poteva benissimo rifarsi alla recentissima legge sulla ‘continuità affettiva’ per adottarlo, a cui finalmente ed in mancanza del buonsenso che già doveva indirizzare, si è arrivati. ed esiste infine, già regolamentata, la adozione di adulti.

Anche la tutela economica si può garantire benissimo in vita, ed anche in morte attraverso l’utilizzo delle norme che già esistono.

Non ci prendiamo in giro per favore, almeno questo!

Qui si tratta solo di accontentare una certa frangia di adulti omosessuali (non certo tutti) che si arroga il diritto di levare la possibilità anche solo nell’immaginario del bambino di avere entrambi i genitori, babbo e mamma. E questo a spese del bambino, di una quantità enorme di bambini futuri, e di donne povere che oltre al loro corpo venderanno e forse non sempre volontariamente, anche gran parte della loro emotività.

Ed apriremo anche le porte ad una enorme quantità di problemi, si pensi a bambini avuti da donne single poi adottati dalla partner che poi un uomo potrebbe voler riconoscere, magari attraverso una indagine di paternità che non vedo come un Giudice potrebbe vietare. Avremo così un bambino con tre genitori. Vedremo come se la caveranno in un ring a tre, dove spesso si gioca male già in due. Ed apriremo anche le porte di ambulatori di psicoanalisti che avranno un bel daffare in menti così ingarbugliate che hanno confuso anche i pilastri dell’accrescimento del cucciolo di uomo che diventa persona: le relazioni madre-bambino e padre-bambino.

Naturalmente, ed infine, immagino che la legge non preveda affatto che sia sentito il bambino. Non l’ho letta ma lo do per certo. L’opinione del bambino o ragazzo che sia, immagino, non conterà niente, ed anche questo, sempre immagino, sarà per ‘tutelarlo’, non caricarlo del carico emotivo di una scelta così importante, secondo gli antichi canoni del paternalismo del sacro romano impero.

Io la penso così. So che la legge passerà e diventerà un sistema per garantire l’adozione di bambini da parte di omosessuali e che darà una spinta ulteriore allo sfruttamento delle donne, ma almeno fatemi dire la mia opinione. E vorrei poterlo fare, in un paese che spero democratico, senza sentirmi indicata come persona di destra o di cattolica bigotta.

Non sono nessuna di queste due cose, sono semplicemente una pediatra che ha passato l’intera vita accanto ai bambini e che ne conosce i diritti e l’emotività, e sono semplicemente una madre che crede nelle fortissime relazioni madre/bambino e padre/bambino.